La primavera al Parco

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Marzo è il mese preferito dal folletto perché il parco è come uno scrigno impolverato ancora in balia dell’inverno che nasconde dentro di sé un segreto: gli alberi sono ancora spogli e l’aria è fredda, ma basta un attimo in cui ti distrai a guardare le prime fioriture del sottobosco e allenti la sciarpa perché un tiepido sole ti ha raggiunto, che i rami stanno già germogliando e le foglie si aprono in svolazzi, come farfalle finalmente libere dalla crisalide!


Ad annunciare la primavera sono le macchie di pervinca che colorano di un blu violetto ampi spazi del sottobosco, ma anche le viole, le stelle di Betlemme, i mughetti e i sigilli di Salomone. Come su un tappeto volante di fiori ricamato, siamo trasportati ad aprile, il mese delle grandi fioriture: le molte varietà di camelia, le magnolie, la forsizia, insieme al leggiadro cespuglio di spirea e al profumatissimo viburno sono i protagonisti che accendono con i loro colori il giardino all’inglese. Intanto i viali di ciliegio in fiore illuminano la campagna e con una pioggia di petali bianchi bagnano chi passa. Nel bosco il profumo del biancospino attira misteriosamente le nostre narici, disorientandoci nel cammino e facendoci dimenticare della vita di tutti i giorni, così anche noi sapiens camminiamo e ci guardiamo intorno con la stessa magia del folletto del parco. Ci sono anche fioriture più brevi e nascoste per chi ha la pazienza di cercare e curare il tempo giusto di ogni pianta, come l’azalea mollis con il suo dolcissimo profumo e la mahonia japonica con il suo fiore pittoresco. A maggio sono ancora in fiore i rododendri (rosa, rossi, lilla), il biancospino, il misterioso sambuco nero, oltre a quello bianco, e naturalmente sono sbocciate le rose: antiche, canine, dalla corolla semplice o complessa, rifiorenti o con una sola preziosissima fioritura… bianche, rosa, rosse o screziate… dal profumo vanigliato, acre o setoso, queste rose le troviamo ovunque il nostro olfatto le sappia cercare. Maggio è anche il mese del ritorno dei giovani sapiens accompagnati dalla loro maestre per uscite nella natura, fuori dalle mura scolastiche. Arrivano i cuccioli d’uomo direttamente dall’asilo nido del paese e bambini più grandi dalla scuola primaria: tutti, piccoli e grandi, creature del bosco e uomini sono stregati dall’incanto della nuova primavera che avanza, dalla magia di un racconto che prende anima tra i sentieri percorsi, dalle grande braccia di un albero maestoso, dalla vivacità degli animali del laghetto e dal senza tempo che abita il nostro parco, dove correndo nel grande tappeto erboso che si apre ai piedi della villa è ancora possibile inciampare nell’abito di una dama dell’ottocento… Ma lo sguardo si fa lungo e corre all’orizzonte verso il tempietto: le fronde degli alberi sono ormai piene e regalano una piacevole ombra, l’erba dei campi si è fatta alta, dalla villa arrivano voci di prossime feste… e l’estate è ormai alle porte.

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