Non solo Parco

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Si può avere un bellissimo parco comunale e utilizzarlo solo come sfondo per passeggiate con bimbo in carrozzina, oppure pensare di renderlo ancor più utile alla comunità sfruttandone, sempre nell’ottica dei valore che stanno alla base del sito, angoli e funzioni inizialmente non concepiti per quello scopo.
In azienda lo chiamano creare valore, cioè “al minimo (modello Toyota) soddisfare il cliente (customer satisfaction) su ciò che ha chiesto rendendogli anche un valore aggiunto soddisfacente in termini di efficienza, di affidabilità di empatia nella ricerca delle soluzioni che via via si pongono, di assistenza”.
Quelli più fighi, che sanno bene l’inglese, hanno fatto un passo avanti verso la delizia del cliente (customer excellence) pensando che sia cosa buona e giusta e necessaria per battere la concorrenza non solo fornire quel che è stato chiesto, ma qualcosa di più.
In ambito di volontariato spesso (troppo spesso) siccome si dà una valenza etica-morale al prodotto del lavoro volontario si vive il paragone con l’azienda (che fornisce prodotto a valenza solo economica) come riduttivo se non negativo. Perdendo così l’occasione di implementare il servizio-prodotto del volontario in modo migliore e più adeguato, magari intendendo il senso della concorrenza da battere non come alternativa ad altro volontariato, ma come spreco o servizio scarso-inferiore rispetto a quello a pagamento.
L’Associazione Amici del Parco di Alessandro Annoni si è allineata a questo modello, chiedendosi cosa si poteva offrire di più rispetto alla gestione del servizio che il parco offre ai cittadini che passeggiano contenti fra cigni e aceri giapponesi tutti ben nutriti e curati. E ha cominciato a fornire delle risposte.
Per prima cosa offrendo alle scuole cittadine la possibilità non solo di portare qualche classe all’aria aperta in periodo di Covid, ma già che c’erano sviluppare dei mini corsi dedicati ai bambini in modo da arricchire la loro presenza fra le piante. Il primo corso è stato chiamato “giochiamo che io ero un volontario” e sviluppa la consapevolezza nei piccoli partecipanti che il parco non è così bello e ben tenuto per Grazia Divina, ma per l’opera di molti cittadini e cittadine che ogni giorno -festivo o feriale- sono presenti per turni dentro le mura del parco e danno da mangiare agli animali, raccolgono le foglie, selezionano con l’aiuto dell’Agronomo comunale le piante da curare, abbattere o potare, limitano l’esplosione delle edere e delle erbacce, curano le voliere, aiutano i piccoli degli animali a crescere e così via. Il tutto facendoli calare per qualche ora nei panni del volontario di turno e aiutandolo concretamente a fare quello che serve allo scopo.
Il secondo è un mini seminario esperienziale su arte astratta e riciclo: in altre parole, portate un po’ di materiale di riciclo da casa e (dopo aver disinfettato mani, sedie, tavoli e attrezzi) costruite la vostra opera d’arte di gruppo mettendo insieme tappi, barattoli di yogourth, bottiglie di plastica, posate in legno monouso, corde, nastri e legnetti. Con risultati davvero insperati grazie al supporto, la pazienza e l’assistenza, oltre che dei volontari, anche delle maestre.
La terza iniziativa volta a migliorare l’offerta del Parco è la Green Gallery, una piccola galleria espositiva permanente posizionata in un boschetto di solito poco frequentato e fruito dal pubblico ma di grande impatto emotivo ed estetico. Dieci postazioni-totem-cavalletti distribuiti lungo un percorso segnato da un fil beige (una corda rigorosamente di canapa) che possano offrire sostegno per opere e performance che artisti locali e (perché no?) internazionali abbiano voglia di esporre per il pubblico domenicale. Ogni struttura è ricavata da materiale di scarto del parco (legno e fibre), raccolta dal deposito interno a decametro 0, e curata e mantenuta nella stessa ottica di autosufficienza sostenibile. Strutture a cui si spera andranno ad affiancarsi presto altre opere tridimensionali, sculture e forme architettoniche, elaborate sempre con gli stessi principi di sostenibilità e con gli stessi materiali.
(pubblicato su Città Possibile n.42 pag.7)

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